
Questo articolo, è stato pubblicato sul giornale "Chiamami Città" a pagina 15 nell'uscita per la settimana dal 14 al 20 dicembre 1999.
Ecco, per esteso, il suo contenuto.
LA STORIA DI STEFANO ARLOTTI QUELLA DI UN CICLISTA PIU' DOTATO CHE FORTUNATO
IL NUMERO UNO DELLA RIMINI CHE PEDALA SULLE DUE RUOTE
Trentaquattro anni fa, precisamente il 19 dicembre 1965, nacque a Santarcangelo di Romagna Stefano Arlotti colui che, senza ombra di dubbio, mi sento di definire il ciclista più talentuoso che Rimini abbia mai avuto. All'età di 14 anni, convinto dal compianto babbo Carlo, comincia la cua carriera indossando la maglia del G. S. Pedale Riminese. Nel 1980 passa alla categoria allievi, dove si mette in luce per la prima volta nella gara di Sassofeltrio (cade a 500 metri dal traguardo e alla fine è 12°), ma è l'anno dopo che coglie la prima vittoria imponendosi nel classico Trofeo Melandri. Dopo due annate fra gli juniores (fra le vittorie più importanti il Trofeo Valli), nel 1984 avviene il passaggio fra i dilettanti nelle file del gruppo sportivo "Alexander-Soldati" e di lì a poco arriva la prima vittoria (Trofeo Città di Capanaguzzo 4 marzo 1984). Nel 1985 cambio di scuderia e, con la nuova maglia del G. S. Siapa di Bologna, due eccellenti affermazioni: la Corsa della Pace di Sant'Ermete e, soprattutto, il 43° Classico Giro del Medio Po, quella che, forse, si può definire la sua più importante vittoria nelle corse in linea. Nel 1986 entra a far parte del G. S. Giacobazzi. A febbraio subito un grosso piazzamento nella corsa di Diano Marina (3°, il primo è Fondriest); vittoria al classico Giro dell'Alto frignano e ad aprile centra il VI Memorial Cialdini che gli vale la convocazione per partecipare al Giro delle Regioni e in nazionale. Una caduta in allenamento, però, gli negherà la maglia. Ma la stagione è ancora lunga e non gli mancherà il tempo per piazzarsi terzo al Piccolo Giro dell'Emilia (1° Gelfi) e per conquistare la maglia di campione regionale. Il 1987 è più scarno di successi (solo il 1° posto al 22° G. P. Casadei) ma quella maglia azzurra che per cause di forza maggiore gli era sfuggita l'anno prima, non può che arrivare ora. Così giunge puntuale la convocazione per partecipare al Giro del Delfinato, corsa open. Con il 1988 nuovo cambio di maglia (G. S. Soldati Gobbi Frutta). Nuovi successi: l'internazionale Coppa Apollo, la seconda tappa della Quattro Giornate Modenese e l'internazionale Giro di Campania. Da segnalare anche il 3° posto al Giro del Medio Po e la convocazione con la maglia della regione Emilia Romagna che gli garantisce la partecipazione al Giro Baby. Tutto questo gli apre le porte del mondo professionistico nel quale rimarrà per due stagioni prima con la maglia della Verynet Juvenes poi con quella della Italbonifica Navigare. Questi due anni saranno caraterizzati da numerosi problemi di salute e da varie cadute. La sfortuna, tuttavia, non gli impedirà di piazzarsi in diverse gare e di fiorare la vittoria al Giro di Romagna (ripreso a 500 metri dal traguardo). Con il 1991 c'è il ritorno fra i dilettanti nella formazione dell'Audax Piobbico. Tre saranno le vittorie: il 10° Giro della Provincia di Pesaro e Urbino, la corsa di Capriglia e la gara di Montappone (il 2° a 7 minuti). Nessuna vittoria nel 1992 con i colori della Mobili Panicali ma numerosissimi piazzamenti primo fra tutti il 5° posto all'internazionale di Capodarco.
La sua carriera si concluderà nel 1993 con la maglia dell'Autolelli. Un incidente stradale al ritorno dalla corsa di Diano Marina gli impedirà per sempre di continuare a gareggiare, ma non gli toglierà mai la palma di indiscusso numero uno del ciclismo riminese.
Ecco, per esteso, il suo contenuto.
LA STORIA DI STEFANO ARLOTTI QUELLA DI UN CICLISTA PIU' DOTATO CHE FORTUNATO
IL NUMERO UNO DELLA RIMINI CHE PEDALA SULLE DUE RUOTE
Trentaquattro anni fa, precisamente il 19 dicembre 1965, nacque a Santarcangelo di Romagna Stefano Arlotti colui che, senza ombra di dubbio, mi sento di definire il ciclista più talentuoso che Rimini abbia mai avuto. All'età di 14 anni, convinto dal compianto babbo Carlo, comincia la cua carriera indossando la maglia del G. S. Pedale Riminese. Nel 1980 passa alla categoria allievi, dove si mette in luce per la prima volta nella gara di Sassofeltrio (cade a 500 metri dal traguardo e alla fine è 12°), ma è l'anno dopo che coglie la prima vittoria imponendosi nel classico Trofeo Melandri. Dopo due annate fra gli juniores (fra le vittorie più importanti il Trofeo Valli), nel 1984 avviene il passaggio fra i dilettanti nelle file del gruppo sportivo "Alexander-Soldati" e di lì a poco arriva la prima vittoria (Trofeo Città di Capanaguzzo 4 marzo 1984). Nel 1985 cambio di scuderia e, con la nuova maglia del G. S. Siapa di Bologna, due eccellenti affermazioni: la Corsa della Pace di Sant'Ermete e, soprattutto, il 43° Classico Giro del Medio Po, quella che, forse, si può definire la sua più importante vittoria nelle corse in linea. Nel 1986 entra a far parte del G. S. Giacobazzi. A febbraio subito un grosso piazzamento nella corsa di Diano Marina (3°, il primo è Fondriest); vittoria al classico Giro dell'Alto frignano e ad aprile centra il VI Memorial Cialdini che gli vale la convocazione per partecipare al Giro delle Regioni e in nazionale. Una caduta in allenamento, però, gli negherà la maglia. Ma la stagione è ancora lunga e non gli mancherà il tempo per piazzarsi terzo al Piccolo Giro dell'Emilia (1° Gelfi) e per conquistare la maglia di campione regionale. Il 1987 è più scarno di successi (solo il 1° posto al 22° G. P. Casadei) ma quella maglia azzurra che per cause di forza maggiore gli era sfuggita l'anno prima, non può che arrivare ora. Così giunge puntuale la convocazione per partecipare al Giro del Delfinato, corsa open. Con il 1988 nuovo cambio di maglia (G. S. Soldati Gobbi Frutta). Nuovi successi: l'internazionale Coppa Apollo, la seconda tappa della Quattro Giornate Modenese e l'internazionale Giro di Campania. Da segnalare anche il 3° posto al Giro del Medio Po e la convocazione con la maglia della regione Emilia Romagna che gli garantisce la partecipazione al Giro Baby. Tutto questo gli apre le porte del mondo professionistico nel quale rimarrà per due stagioni prima con la maglia della Verynet Juvenes poi con quella della Italbonifica Navigare. Questi due anni saranno caraterizzati da numerosi problemi di salute e da varie cadute. La sfortuna, tuttavia, non gli impedirà di piazzarsi in diverse gare e di fiorare la vittoria al Giro di Romagna (ripreso a 500 metri dal traguardo). Con il 1991 c'è il ritorno fra i dilettanti nella formazione dell'Audax Piobbico. Tre saranno le vittorie: il 10° Giro della Provincia di Pesaro e Urbino, la corsa di Capriglia e la gara di Montappone (il 2° a 7 minuti). Nessuna vittoria nel 1992 con i colori della Mobili Panicali ma numerosissimi piazzamenti primo fra tutti il 5° posto all'internazionale di Capodarco.
La sua carriera si concluderà nel 1993 con la maglia dell'Autolelli. Un incidente stradale al ritorno dalla corsa di Diano Marina gli impedirà per sempre di continuare a gareggiare, ma non gli toglierà mai la palma di indiscusso numero uno del ciclismo riminese.
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